La “lunga†del Gran Sasso è ormai una nostra classica uscita di questo periodo nel quale, da qualche anno, spesso ci prepariamo per le prossime esperienze sulle Alpi.
Il percorso ci piace particolarmente poiché, abbastanza lungo e con un dislivello complessivo di circa 1900 metri, comprende diversi terreni, pendenze e difficoltà, risultando pertanto vario ed allenante su diversi aspetti.
La prima parte è sempre quella fisicamente più impegnativa, il chilometro verticale in meno di 4 di sviluppo in lunghezza; ma siamo freschi ed anche il clima lo è, così di buon passo arriviamo abbastanza rapidamente a Campo Imperatore
Abituati e anche un po’ preoccupati dal caldo che, soprattutto in città, caratterizza queste giornate, troviamo condizioni decisamente inaspettate: vento forte, nuvole e temperature ben al di sotto del previsto.
Addirittura qualcuno ci consiglia di non proseguire e attendere che le condizioni migliorino, ma ci sembra esagerato ed infatti ci dirigiamo verso l’attacco della direttissima e notiamo che non siamo di certo i soli.
In realtà, salendo di quota, il vento, seppur sempre presente, cala un po’ di intensità e le nuvole non sono mai veramente minacciose. La direttissima, anche senza gradi impegnativi a livello di arrampicata, è sempre divertente e, restando comunque in sicurezza, ogni tanto giochiamo ad inventarci piccole “variantiâ€.
Giunti in vetta ci fermiamo per la prima vera sosta, per poi iniziare la discesa che, per la via delle Creste, richiede sempre alta l’attenzione e la lucidità per una precisione negli appoggi, non scontata dopo una salita così lunga.
La discesa prosegue poi per la via Normale che, a parte qualche breve tratto più ripido, ci riporta in maniera  più rilassante a Campo Imperatore, per poi proseguire lungo lo stesso ripido sentiero dell’andata (che dopo i km e tutte le ore sulle gambe sembra non finire mai!) e fino alle macchine. Si riparte, non prima della consueta e meritatissima birra di fine giro.