Pensiamo semplicemente a come un abbigliamento inadeguato per una certa condizione meteorologica può compromettere l’esito di un’escursione o a come aumenta la nostra sensazione di freddo se, a parità di temperatura misurata, vi è vento, oppure a come cattive condizioni meteo possono peggiorare la qualità del materiale su cui si procede e quindi richiedere livelli di capacità tecnica superiori, a cui magari non si era preparati. Ad esempio la cattiva visibilità non solo richiede buone capacità di orientamento, ma riduce la percezione dei pericoli oggettivi, concentrando l’attenzione sulla ricerca della direzione e facendoci tralasciare i segnali della natura. Inoltre non dimentichiamo come condizioni di tempo avverso possono influenzarci negativamente, aumentando la componente di stress e modificando la nostra attitudine psico-fisica alla pratica della montagna che possediamo in condizioni normali, oppure rendendoci meno disponibili nei confronti del compagno o del gruppo. Insomma ci sono condizioni meteorologiche che aiutano nella piena riuscita di un’impresa alpinistica o di un’attività escursionistica e altre, che per motivi più diversi e a volte impensati, portano all’abbandono o addirittura alla tragedia. Poiché come uomini non siamo in grado di intervenire in alcun modo per influenzare il tempo meteorologico, non ci resta che imparare a conoscerlo, ad interpretare i segni del suo cambiamento e a scegliere conseguentemente le nostre mete, restando disponibili a modificare i progetti.La previsione meteorologica
Avendo la possibilità di scegliere, individuiamo la zona dove compiere la nostra ascensione fra quelle che presentano caratteristiche meteo più favorevoli: del tempo “a grande scala†possiamo distinguere regimi di tempo ciclonico e anticiclonico. I primi sono caratterizzati da depressioni, sistemi di bassa pressione, saccature, che tendono ad apportare aria umida e relativamente più calda sulle zone alpine, determinando condizioni di cattivo tempo ed innescando fenomeni di precipitazione. Il movimento dell’aria attorno ai centri di bassa pressione avviene in senso antiorario, con una componente ascensionale: l’aria salendo si raffredda e tende a condensare l’umidità che contiene formando nuvolosità . In particolare quando ai centri di bassa pressione sono associati i fronti, i fenomeni sono più evidenti: nuvolosità estesa con precipitazioni persistenti e continue sono associate al fronte caldo, mentre imponenti nubi cumuliformi con temporali e rovesci sono associati al passaggio del fronte freddo. Più lento e avvistabile da più lontano il fronte caldo, fino a circa 1000Km, con le nubi più alte (cirri) che incominciano ad invadere il cielo divenendo sempre più fitte, più rapido il fronte freddo, con fenomeni più violenti e concentrati in un’area di 70-100Km. Condizioni anticicloniche, anticicloni veri e propri, zone di alta pressione, assicurano invece condizioni di tempo stabile e solitamente soleggiato in montagna, grazie al moto discendente dell’aria che tende quindi a riscaldarsi, divenendo più secca e dissolvendo la nuvolosità .
Anche i venti prevalenti previsti su una data regione forniscono un’informazione sul tipo di massa d’aria che interesserà , ad esempio, le Alpi. Venti dai quadranti meridionali (Sud-Ovest, Sud, Sud-Est) apportano aria umida e relativamente più calda di origine mediterranea, che incontrando i rilievi tende a sollevarsi, raffreddandosi e condensando, fino a provocare precipitazione, in particolare nel settore meridionale delle Alpi. Vento dai quadranti settentrionali (Nord-Ovest, Nord e Nord-Est) tenderà ad apportare aria più fredda (che d’estate può dare origine a temporali) ma anche meno umida verso i rilievi, tendendo a determinare condizioni di bel tempo nel settore delle Alpi meridionali, mentre su quelle settentrionali il tempo sarà perturbato. Se nella zona alpina sopravvento (Alpi settentrionali) vi è precipitazione ed il vento risulta piuttosto intenso da Nord, Nord-Ovest, al Sud della Alpi si avrà un regime di fohn, con aria secca discendente dai monti verso le pianure, accompagnato, a volte, da un aumento di temperatura .
Resta fondamentale imparare a conoscere i segni di cambiamento del tempo aiutandoci sia con gli strumenti a disposizione che con le osservazioni dello stato del cielo e delle variazioni dei parametri meteorologici che possiamo valutare, anche soggettivamente.
I segni del cambiamenti del tempo
Una volta che l’ascensione ha avuto inizio, non resta che all’alpinista seguire l’evoluzione del tempo. Di fondamentale importanza è l’uso dell’altimetro come barometro, cioè come indicatore della variazione della pressione atmosferica, quando si rimane almeno qualche ora in una certa località , ad esempio la sera al rifugio: un aumento della quota sull’altimetro, senza cambiare di fatto posizione, misura in realtà una diminuzione della pressione, viceversa una diminuzione della quota misura un aumento della pressione. Variazioni di quota significative per un cambiamento del tempo sono dell’ordine di 100-150 metri o più in 12 ore, mentre variazioni di entità inferiore, dell’ordine di qualche decina di metri, sono dovute al ciclo termico diurno. In particolare durante le belle giornate d’estate, la quota normalmente diminuisce dopo mezzogiorno e aumenta nelle prime ore del mattino a causa del diverso riscaldamento diurno che modifica la temperatura dell’aria e quindi la sua densità . Variazioni di pressione repentine indicano che un eventuale fenomeno associato è in rapido avvicinamento. Dal punto di vista dell’alpinista, meno importante della variazione della pressione è conoscere il suo valore assoluto, anche se è buna norma sapere che in condizioni di alta pressione, un altimetro, finché non tarato, misurerà valori altimetrici più bassi di quelli reali, viceversa in condizioni di bassa pressione .
In condizioni invernali, sulle nostre regioni, i fenomeni sono di norma più lenti che durante l’estate: l’instaurarsi di un regime di bassa pressione, associato a precipitazione, può essere perciò monitorato con l’osservazione dell’altimetro che misurerà una pressione decrescente in modo costante, ed evitarne le conseguenze risulta più facile. I fenomeni più rapidi, tipici dell’estate, come il passaggio di sistemi frontali freddi a cui sono associati temporali organizzati, segnaleranno sull’altimetro una veloce diminuzione di pressione. In questo caso l’osservazione dell’evoluzione nubi risulta importante.
Anche il regime dei venti, che dal punto di vista meteorologico si osservano guardando il movimento delle nubi non deviato dalla presenza dell’orografia (ossia guardando in alto!), o meglio una variazione della direzione e dell’intensità del vento può essere indicativa di un cambiamento del tempo.
Dopo un periodo di tempo brutto, una rotazione dei venti fino a divenire da Ovest, Nord Ovest è segno di miglioramento del tempo, mentre una rotazione da Est, Sud-Est dei venti dopo un periodo di bel tempo indica un peggioramento. Anche una cessazione del regime di brezza (vento discendente dai monti verso le valli e dalle valli verso le pianure di notte e ascendente di giorno), tipico delle stagioni più calde in condizioni di soleggiamento diurno, segnala un peggioramento del tempo .
Anche le nubi sono indicative dell’immediata evoluzione del tempo: cielo terso con foschie mattutine in pianura e nelle valli durante l’inverno, o con cumuli pomeridiani d’estate, isolati e in dissolvimento durante la notte sono condizioni tipiche di tempo bello e stabile. Nubi alte formate da ghiaccio (cirri) segnalano la presenza di umidità in quota, ad esempio a causa di un sistema depressionario in avvicinamento (ne costituiscono le prime avvisaglie) se provenienti dai quadranti occidentali o meridionali. Se i cirri sono in allontanamento possono essere come residui di un sistema perturbato. Analogamente si può dire a proposito del proverbio 'cielo a pecorelle acqua a catinelle': la presenza di altocumuli disposti regolarmente nel cielo precede l’arrivo del fronte freddo, ma dopo un periodo di cattivo tempo costituiscono una transizione verso schiarite più ampie. Per poter identificare la vera natura delle nubi è quindi necessario sia avere un’idea della previsione meteorologica a grande scala, sia collegare tra loro le osservazioni: nubi e loro evoluzione, andamento della pressione, rotazione dei venti, ecc.. Cumuli pomeridiani estivi che invadono porzioni sempre più ampie di cielo, che tendono ad organizzarsi e a divenire più spessi verticalmente, oscurando sempre più la luce solare sono presagio di formazione di temporali. Quando sulla parte superiore della nube si formano protuberanze a forma di piccole torri, allora il temporale è davvero imminente. Una buona norma è seguire lo sviluppo delle nubi cumuliformi in modo da non farsi raggiungere impreparati dal temporale (VEDERE SCHEMA RIEPILOGATIVO ALLA FINE). Anche l’elettricità presente nell’aria, che viene avvertita per il sollevamento dei capelli o i crepitii vicini a piloni e fili sospesi è segno dell’imminenza del temporale. Esistono alcune regole di comportamento da seguire, semplici ma indispensabili nel caso in cui non sia possibile sottrarsi in tempo dalla zona interessata dal temporale (CONSULTARE ANCHE LA PAGINA DEDICATA AI TEMPORALI). Il pericolo non è costituito solo dalle scariche elettriche dirette, ossia dai fulmini veri e propri, che sono più facilmente attratte dai picchi delle montagne che dalle punte delle nostre piccozze, ma dalle scariche secondarie, scariche di terra che propagano l’energia del fulmine dal posto dove è avvenuta la scarica verso il basso lungo il percorso che offre meno resistenza. Sono pericolose quindi le cime delle montagne, in particolare se è presente una croce, ma anche le creste, i colli, i camini (soprattutto se bagnati), le aperture di grotte e caverne che vengono attraversate dalle scariche. È opportuno allontanarsi dai luoghi esposti, da vie ferrate, dalle pareti rocciose, nascondersi in caverne, lontano dall’apertura e senza toccarne le pareti, allontanare il materiale metallico che si ha con sé. Se ci si trova in parete è buona norma autoassicurarsi e possibilmente isolarsi dalla roccia bagnata, sedendosi, per esempio, sulla corda avvolta. Non ripararsi mai sotto un albero isolato, e se ci si trova in un luogo aperto, mettersi in posizione rannicchiata, possibilmente in un avvallamento del terreno. La scarica riscalda in modo repentino l’aria attraverso la quale si propaga, provocandone una rapida espansione, che dà origine al tuono. Per la diversa velocità di propagazione nell’aria della luce e del suono, vedremo la luce del lampo precedere il rumore del tuono. Per avere un’idea della distanza che intercorre fra la nostra posizione e il temporale, si misura il tempo in secondi che intercorre fra lampo e tuono e dividendolo per tre si ha la distanza approssimativa tra noi ed il temporale in chilometri.
Osservazioni pratiche
Bel tempo
Cielo azzurro chiaro o grigio chiaro al sorgere del Sole. Pressione alta. Temperatura e umidità basse. Il cielo quasi pulito. Rugiada o brina sui prati al mattino. Cime delle montagne che “fumano con pennacchi di neve sollevati da venti da Nord o da Est. La notte limpida, fredda e serena. Stelle scintillanti. Cielo sereno e senza vento al mattino. Nebbia nelle valli. Nuvole a forma di cirri alte nel cielo. Rane e cicale che “cantano†e le lucciole brillano di sera (se siamo d’estate…). Il fumo dei fuochi si alza verso l’alto formando una colonna verticale.
Variabile, tendente al miglioramento
Cielo coperto al mattino. Alba grigia. Tramonto sereno. Temperatura e umidità in diminuzione. Pressione in aumento. Orizzonte scoperto.
Variabile, tendente al peggioramento
Cielo azzurro carico. Rosso al sorgere del Sole. Al tramonto il cielo è rosso vivo e l’orizzonte è pieno di nubi. La pressione diminuisce. La temperatura è in diminuzione d’estate, in aumento d’inverno. L’umidità aumenta. Nubi a forma di grossi castelli con torri non molto alte che s’innalzano dai banchi (temporale in arrivo).
Brutto tempo
Cielo azzurro carico; lattiginoso o “a pecorelleâ€. Alba rossa. Il Sole tramonta dietro una cortina di nubi. Rapida formazione di cumuli sui versanti sopravvento. Aloni intorno al Sole e alla Luna. Pressione bassa. Umidità forte. Temperatura in diminuzione d’estate, in aumento d’inverno. Cielo coperto. Rondini che volano basse, folate di aria calda e umida. Il fumo non riesce ad alzarsi ed è spazzato subito via.
Inversione termica
Nel periodo invernale, se in pianura ci si trova di fronte ad una intensa nebbia, quasi sicuramente si è in presenza di un’inversione termica, perciò in montagna si avrà una bella giornata con cielo sereno ed aria calma.
Temporali
Se i cumuli sono già presenti il mattino, poco dopo l’alba, è molto probabile che le nubi crescano fino a provocare temporali nelle ore successive della giornata. Normalmente infatti, i cumuli, creandosi in seguito alla salita dell’aria riscaldata dal sole, si individuano nel primo pomeriggio.
Clima secco
Quando il cielo è limpido e azzurro, l’aria è secca e piuttosto fredda.
Clima umido
Quando il cielo è bianco e torbido, l’aria è calda e umida.
Variazioni di pressione
Associare l’alta pressione al bel tempo e la bassa pressione al cattivo è un po’ troppo semplicistico. Tuttavia è innegabile che una variazione di pressione sia un buon indicatore dell’evoluzione meteorologica. Per esempio, variazioni pari a 10 - 20hPa al giorno comportano quasi sicuramente un cambiamento del tempo. Generalmente una pressione alta e costante equivale in estate ad un tempo bello, stabile e secco. In inverno (associata alla nebbia in pianura) equivale ad un tempo mite e caldo.
Vento
La direzione del vento d’alta quota è indice di determinate condizioni atmosferiche; per esempio sul versante sud delle Alpi lo scirocco e gli altri venti che provengono dai settori meridionali, portano precipitazioni e umidità . I venti deboli che provengono dai quadranti settentrionali e nord orientali, portano bel tempo, ottima visibilità e aria secca .
Osservazione diretta
L’osservazione attraverso le nubi – schema riepilogativo
Le nubi o nuvole, il vapore resta gas finché un abbassamento della temperatura non le fa condensare: si forma una nube o nuvola ovvero una massa di vapore in parte cristallizzato. La Conferenza Meteorologica di Monaco del 1891 stabilì come classificare le nubi sia in base alla loro quota di origine sia dall'aspetto stabilendo nomi e sigle. Comunemente possiamo dividere le nubi in Nubi Basse che vanno da 500 metri a 3 Km. di altezza, Nubi Medie da 3 a 6 Km. e Nubi Alte da 6 a 12 Km. Ci sono poi le nubi a sviluppo verticale che possono avere una altezza da 0,5 a 12 Km. chiamate Cumulonembi.
Strati: distesa uniforme, simile a nebbia, che giace in prossimità del suolo. Lo strato da origine esclusivamente a pioviggine.
Stratocumuli: nubi appiattite alla base di colore più o meno scuro che lasciare spesso apparire l?azzurro del cielo. Danno luogo a pioviggine e pioggia.
Cumuli: nubi a sviluppo più o meno verticale. Si osservano generalmente con tempo bello, tuttavia, in presenza d’intensi moti convettivi, assumono un aspetto imponente a forma di cavolfiore o torre fino a trasformarsi in cumulonembi. Le precipitazioni caratteristiche sono la pioggia o il rovescio.
***
Nubi medie: da 3000 a 6000 metri
Altocumuli: distesa regolare di nubi semitrasparenti separata da interstizi che lasciano intravedere il cielo. Di spessore limitato a volte disposti in bande che gradualmente si distendono. Non danno luogo ad alcun tipo di precipitazione. Gli altocumuli lenticolari sono una varietà di queste nubi dalla caratteristica forma a lente e di colore bianco brillante. Sono nubi orografiche e la loro presenza indica forti venti in quota.
Altostrati: nubi compatte di colore omogeneo più o meno trasparenti che spesso coprono totalmente il cielo. Al suolo non si distinguono le ombre degli oggetti. Possono dar luogo a precipitazioni continue e significative di pioggia e neve.
Nembostrati: nube spessa ed intensa di colore grigio scuro costituita da gocce di pioggia mescolate a fiocchi di neve. Al suo interno sono presenti turbolenza e formazioni di ghiaccio. Le precipitazioni di pioggia o neve sono intense e continue.
***
Nubi alte: oltre i 6000 metri
Cirri: nubi alte, di aspetto filamentoso e trasparenti. Si presentano spesso sparse nel cielo. Sono costituite da cristalli di ghiaccio. Spesso sono precursori dell’avvicinamento di una perturbazione ancora lontana. Non danno luogo a precipitazioni.
Cirrostrati: nubi alte, di aspetto filamentoso e trasparenti. Si presentano in una distesa compatta e sottile. Sono costituite da cristalli di ghiaccio. Spesso sono precursori dell’avvicinamento di una perturbazione ancora lontana. Non danno luogo a precipitazioni.
***
Cumulonembi: da 500 a oltre 6000 metri
Cumulonembi: nube imponente a grande sviluppo verticale. Costituita da gocce d’acqua e cristalli di ghiaccio, al suo interno sono presenti intense correnti verticali con turbolenza e formazione di ghiaccio. È caratterizzata dal temporale con rovesci di pioggia o neve o grandine.
FONTI: www.inalto.com, www.avventurosamente.it,
www.montagna.org, www.cai-svi.it, www.meteolive.it